Prima di dare spazio al concetto di cambiamento secondo l’Analisi Transazionale (AT), ritengo utile partire dall’idea teorica che tale approccio utilizza per spiegare la patologia.

L’AT dunque, offre una teoria della psicopatologia facendo riferimento al concetto di copione. Esso è «un piano di vita che si basa su di una decisione presa durante l’infanzia, rinforzata dai genitori, giustificata dagli avvenimenti successivi, e che culmina in una scelta decisiva» (Berne, 2010, 272).

Le decisioni di copione rappresentano la migliore strategia che ha il bambino per sopravvivere in un mondo che, nel suo esame di realtà, può percepire ostile se non minaccioso per la sua vita. La patologia si identifica dunque, nella tendenza a perpetrare strategie infantili autodistruttive, autolimitanti e disfunzionali nel “qui ed ora”, in un epoca evolutiva in cui appaiono fuori contesto ed inefficaci in quanto frutto di una decisione arcaica elaborata in risposta ai messaggi ingiuntivi (Berne, 2010, 76-77).

La psicopatologia secondo la teoria del copione si sostanzia negli schemi di vita attuali che hanno origine dall’infanzia e che vengono rieditati e riproposti alla luce di quei lontani apprendimenti. A tal proposito, i Gouldings ipotizzano il copione alla base del disagio psichico, cogliendo la rilevanza del significato individuale che la persona attribuisce ai messaggi ricevuti durante l’infanzia: «Noi sottolineiamo certi messaggi patologici che i genitori inviano ai propri figli e che se vengono creduti dal bambino, possono risolversi in problemi cronici nella vita di quel bambino» (Goulding – Goulding, 1983, 40).

Apprezzo la concettualizzazione di cambiamento alla luce della Ridecisione, in cui la persona consapevolmente sceglie di liberarsi di adattamenti patologici e aspetti copionali per cui vive il presente riproponendo strategie appartenenti al passato.

Secondo Berne è nell’Auotonomia che si concretizza il cambiamento della persona (Berne, 2009). L’Autore non offre una definizione del termine ma illustra tre capacità fondamentali nella sua costruzione:

  • Consapevolezza, ovvero la prerogativa di esperire la realtà senza interpretare né filtrare.
  • Spontaneità, ovvero la facoltà di reagire liberamente al mondo, a partire da uno qualsiasi dei tre Stati dell’Io (SdI), scegliendo liberamente la risposta in modo che si adatti alla situazione presente.
  • Intimità, ovvero la capacità di aperta condivisione di emozioni tra sé ed un’altra persona.

Nel raggiungimento dell’Autonomia è come se lo stato dell’Io Adulto avesse incorporate delle caratteristiche del Bambino positivo e del Genitore positivo. In questo senso Berne parla di Adulto integrato (Berne, 1976).

Nella terapia della Ridecisione i punti fondamentali sono il contratto, le impasse, la Ridecisione in relazione al proprio copione, il consolidamento della Ridecisione (Novellino, 1998). Al fine di

sostenerla il terapeuta può contribuire fornendo quelle

che sono definite le “3 P”: permessi, transazioni tramite cui facilita il B del cliente a distanziarsi dall’ingiunzione parentale; protezione, ovvero, quell’insieme di procedure tramite cui fornisce un ambiente adatto per poter

confutare il proprio G; potenza, interventi tempestivi e congruenti (Novellino, 2010).

 

Bibliografia

BERNE E. (1976), Analisi Transazionale e psicoterapia, Astrolabio, Roma, 2a ed.
BERNE E. (2010), “Ciao!” …E poi? La psicologia del destino umano, Tascabili Bompiani, Milano, 14a ed.
GOULDING M.M. – R.L. GOULDING (1983), Il cambiamento di vita nella terapia della ridecisione, Astrolabio, Roma, 2a ed.